la diagnosi prenatale

il vecchio approccio...


Per determinare, prima della nascita, il rischio di patologie cromosomiche, sino a qualche anno fa erano disponibili solo approcci imprecisi o rischiosi.

● screening del primo trimestre (bi-test)

Condotto associando l'esecuzione di una ecografia al dosaggio di alcuni marcatori nel sangue materno.

Fornisce solo un risultato statistico indiretto basato su valutazioni a priori del rischio, sull’elaborazione di dati ecografici e sul dosaggio nel sangue materno di due ormoni, la frazione libera della gonadotropina corionica e la proteina A plasmatica associata alla gravidanza (PAP-A).

Tale test non indica quindi la presenza o l’assenza di una anomalia cromosomica ma solo  il rischio “normale” o “aumentato”
che il feto possa esserne affetto.

Lo screening del I trimestre ha una percentuale di falsi positivi che può raggiungere il 5% e di falsi negativi fino al 15%.

Questo significa che una donna il cui feto ha un problema cromosomico potrebbe ricevere erroneamente un risultato negativo o di basso rischio, e una donna con un feto normale potrebbe ricevere un risultato positivo o di alto rischio.

● amniocentesi e villocentesi

In questo caso il prelievo di cellule fetali permette l’esame diretto dei cromosomi (esame del cariotipo fetale).

La villocentesi è un prelievo, eseguito sotto controllo ecografico e tramite l’utilizzo di un ago sottilissimo introdotto nell’addome materno, di una certa quantità di villi coriali che possiedono lo stesso patrimonio genetico dell’embrione.

E’ generalmente eseguita tra la decima e la tredicesima settimana di gestazione.

Per l’amniocentesi è previsto lo stesso tipo di prelievo utilizzato durante la villocentesi ma, in questo caso, ad essere prelevato è il liquido amniotico che contiene le cellule fetali.

E’ eseguita non prima della sedicesima settimana di gestazione.

La letteratura recente dimostra come il rischio di aborto, in seguito ad amniocentesi eseguita in centri di alto riferimento, sia pari all’1 %, 
mentre le villocentesi eseguite per via transamniotica (placenta posteriore) hanno un rischio abortivo del 2,9% e quelle che non richiedono tale passaggio mostrano un rischio abortivo pari al 2%.

Trattandosi di esami invasivi e associati in alcuni casi a complicanze, incluso l’aborto, il loro utilizzo è ristretto
ai soli casi considerati a rischio elevato.

tutto questo è superato!

Con i test NIPT (non invasive prenatatal test) è possibile indagare la presenza di anomalie cromosomiche attraverso un test semplice, non invasivo ed affidabile che elimina qualsiasi rischio di aborto associato alla diagnosi prenatale
e minimizza i falsi positivi ed i falsi negativi.

I test NIPT si basano sull’analisi del DNA fetale che circola nel sangue materno.


Durante la gestazione, infatti, una porzione di materiale genetico fetale, costituito da corti frammenti di DNA,
passa nel circolo sanguigno materno.

La concentrazione del DNA fetale aumenta nelle prime settimane di gestazione e si riduce subito dopo il parto. La sua presenza è rilevabile dalla 5ª settimana di gestazione ma è consigliabile eseguire i test a partire dalla 10ª settimana, quando è più probabile che la quantità di DNA fetale sia sufficiente per essere isolata e analizzata con estrema sensibilità e specificità.

Le più importanti società scientifiche, infatti, raccomandano di informare le gestanti sui test prenatali non invasivi NIPT,
e di utilizzarli nello screening primario.


i NIPT sono il miglior approccio
alla diagnosi prenatale


NIPT, amniocentesi e villocentesi
a confronto

NIPT

● effettuato già dalla 10ª settimana
di gestazione

● nessuno rischio di aborto

amniocentesi

● effettuata dalla 16ª alla 18ª settimana
di gestazione

● rischio di aborto fino a 1%

villocentesi

● effettuata dalla 11ª alla 12ª settimana
di gestazione

● rischio di aborto fino a 2%

NIPT, bi-test e tri-test
a confronto

NIPT

● analisi diretta del DNA fetale circolante nel sangue materno

● risultato 'positivo' o 'negativo'

● falsi positivi < 0,1 %

● falsi negativi 0,08 %

bi-test/ tri-test

● valutazione indiretta, solo statistica, del rischio con ecografia e/o biochimica

● risultato come percentuale di rischio

● falsi positivi fino al 5%

● falsi negativi fino al 15%

registra il kit

niptest™ è un servizio di

innovabiohealth S.r.l.
società con unico socio
Via Caleppe 6, 25125 Brescia, Italia

P.IVA e C.F.: 04265270985
REA: BS - 601203 
PEC: innovabiohealth@pec.innovabiohealth.com

© Copyright 2015-2024
Tutti i diritti sono riservati - Data ultima modifica: 28/02/2024
Privacy Policy   Cookie Policy   Termini e condizioni


Le informazioni contenute nel sito e nei siti correlati sono volte a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico paziente. Nessuna delle informazioni riportate ha lo scopo di aiutare nella diagnosi di patologie e/o di indicare possibili terapie.